QUESTA CONVERSAZIONE NON ESISTE


 

2 marzo 2017 

ore 23:23

Senti ma che hai da fissarmi in quel modo? 

Non ti si può guardare.

Cioè? 

Serate intere imbambolata davanti al diario a scrivere la data e cancellarla il giorno dopo. Gesù. 

Adesso che fai, mi controlli? 

Mettermi a controllare una maniaca del controllo, per carità. 

E allora si può sapere che vuoi? 

Dico solo che non ha senso stare ore e ore con la penna a mezz'aria. Hai cinquemila cose nella testa. Selezionane tre e riprendi a scrivere il tuo cazzo di diario. 

Primo non parlarmi in questo modo. E secondo, perché ci tieni tanto? 

Quando non scrivi diventi nevrastenica. 

Nevrastenica?

Più del solito, sì. 

Wow. 

Wow un corno. Stamattina stavi per fermarti a due semafori. 

Di solito ai semafori ci si ferma. 

Erano verdi. 

Dio che palle. 

Non ti puoi incazzare tre volte tra le otto e le otto e venti. 

La gente dovrebbe rispettare le distanze di sicurezza. 

E tu dovresti darti una calmata. 

E come? 

Lo sai benissimo. Tutto questo sta succedendo perché hai smesso di scrivere quel diario che ti faceva sentire in pace col mondo. E il mondo inevitabilmente ne risente, sì. 

Giusto. 

Bene. 

E quindi che suggerisci, genio? 

T'invito a scrivere quella cosa che vorresti scrivere ma che non scrivi. 

Non ci riesco. 

E perché? 

Perché è una stronzata. Non so niente di quel tipo lì. 

Ma se appena hai scoperto nome e cognome hai sfiorato la fase stalker. 

Ho solo preso un paio d'informazioni in internet, tipo l'anno di nascita. 

Che te ne frega dell'anno di nascita? 

Non sono fatti tuoi. 

Non dirmi che avevi paura di essere troppo vecchia. 

Gesù, non potresti essere un po' meno diretta? 

No non posso, sono te, ricordi? 

Avevo paura di essere troppo grande, sì. 

Ahah. 

Cosa c'è da ridere? 

Sei buffa. 

Prima ero nevrastenica e ora sono buffa?? 

Cos'altro hai scoperto di questo tipo per cui non sei troppo grande? 

Nient'altro, solo che è bergamasco. 

Neanche qualche canzone? 

Forse un paio...

Un paio. 

Sì. 

Una sarà mica quella che canti tutti i giorni tutto il giorno e a tutte le ore e l'ha imparata anche il cane? 

Non è che la canto perché voglio cantarla. È solo il classico caso di quando un ritornello ti entra in testa e non esce. Ce l'abbiamo presente tutti. 

Certo come no. 

E comunque è una bella canzone. 


E quindi, l'hai visto a Galway.

Sì, a Galway. 

Ma non lo vuoi raccontare. 

Non c'è niente da raccontare! 

Questo lo dici tu. 

E cosa dovrei dire? 

Per esempio che fumava Pueblo e beveva birra chiara. E ti sei sentita sollevata per il fatto che non era uno di quelli che s'attacca alla Guinness come se non ci fosse un domani solo perché siamo in Irlanda. 

Già. 

Che era l'unico insieme a te incappucciato e stretto nel suo piumino, e hai capito subito che non poteva essere irlandese. 

Esatto. 

Era da solo? 

Sì. 

E tu? 

Anche. 

Che ore erano? 

Quasi le due credo. Non lo so, mi giravano e ero ubriaca. 

Perché ti giravano? 

Perché era l'ultima sera. Alle 4:45 avevo l'autobus per l'aeroporto. 

E come stavi passando quelle ultime tre ore? 

Fumavo Golden Virginia e continuavo a bere birra finché me ne davano. 

Chiara o scura? 

Che domande. 


Quindi facevate la stessa cosa. 

E guardavamo entrambi nel vuoto e eravamo sbronzi e senza pace, sì. 

Come sai che era sbronzo e senza pace? 

Si vedeva. 

Sbronzo lo capisco, ma senza pace? 

Si vedeva anche quello. E poi la maggior parte della gente sbronza e sola alle due di notte è senza pace. 

Dici? 

Dico. 

E poi cosa avete fatto? 

Niente. Abbiamo continuato a fare quello che facevamo. Te l'ho detto che non c'era nulla da raccontare. 

Vi siete parlati? 

Ma figurati. 

Guardati? 

Bah, forse. 

Come sarebbe a dire forse? 

Una volta credo, sì. 

UNA VOLTA CREDO, SÌ. Quei quattro secondi t'hanno impagliato il cervello e ora vorresti farmi credere di non ricordarteli. Sei senza ritegno. 

Ma Cristo Santo, perché mi fai le domande quando sai già la risposta? 

Per vedere quante cazzate sei capace di raccontarti. 

Lo trovi divertente? 

Lo trovo materiale interessante per un diario. Che non è un trattato di macrobiotica. Ci puoi scrivere tutte le cazzate che ti vengono in mente, in un diario. 

Prometto che riprenderò a scrivere. 

Perché non stasera? 

Magari ci provo più tardi. 

Quando dici così ti addormenti sul divano e poi ti svegli rompipalle. 

Tra le due al momento la rompipalle non credo di essere io. 

Io lo faccio per te. 

Lo apprezzo moltissimo. 

Per noi. 

Ho capito. Più tardi mi metto a scrivere. 

Che poi davvero, a volte bastano due righe per sbloccarsi. 

Ehi, stai esagerando. 

Dici? 

Dico. 

Comunque permettimi di farti notare che avresti molto da raccontare su quel quarto d'ora lì. Non fosse arrivato John Braccio di Ferro lo sappiamo tutti che lo sbronzo senza pace si sarebbe alzato. Ti stava guardando mentre...

Se dici un'altra parola prendo quel coltello là e mi sgozzo all'istante. Vuoi morire stasera? 

Ok. Scusa. 

Ok. Niente. 


Pensavo... del resto è una cosa che non avrà seguito. 

Quale? 

Quella col fisarmonicista. 

Ancora! 

Che senso avrebbe scriverne? 

Nessuno, appunto. 

Anche lo ritrovassi al Quays ubriaco alle due di notte. 

Cosa che non escludo...

Non ci scambieresti una parola. 

Nemmeno una, no. 

E se per caso dovesse avvicinarsi ti alzeresti di scatto. 

Esattamente. 

Con quale scusa? 

Una tra le mille che troverei al momento. 

Ma cominceresti a balbettare e a grondare sudore mentre fa freddo e piove e se ne accorgerebbe anche uno strafatto di anfetamine che stai dicendo una cazzata. 

Pazienza. 

Magari vuole solo chiederti una cartina. 

Ne troverà un'altra. 

Già. 

Già. 

Scapperai in ostello e starai sveglia fino all'alba. 

Questo è possibile. 

L'importante è che quelli come lui non si avvicinino. 

Questo è fondamentale. 

Però poi è con quelli come lui che finisci sempre per ritrovarti fuori da qualche locale quando il mondo va a letto. 

Questo è vero. 

Con quelli sbronzi e senza pace. 

Con quelli sbronzi e senza pace, sì. 

Soprattutto sbronzi. 

Soprattutto senza pace


Ma cosa cercate? 

Che domande, la pace. 

Volete la pace? 

Sì, direi di sì. 

E non la trovate? 

Rarissime volte può capitare. 

E in quei casi che fate? Siete finalmente felici? 

No. La mandiamo affanculo e ricominciamo da capo. 



E il vostro cervello, si è mai impagliato per uno sguardo di quattro secondi? 









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