FILASTROCCA DEL TIMIDINO


Mi chiamano timido e forse è per questo 
che trovano tutti un qualche pretesto 
per dire di me che non son divertente 
e che non so stare in mezzo alla gente. 

Papà mi ha portato da un grande dottore, 
son stato seduto per quasi due ore, 
ma lui mi puntava quei suoi occhiali addosso 
e dopo un minuto ero già tutto rosso. 

Il giorno che ho fatto la mia comunione 
ognuno leggeva la sua preghierina, 
anch'io c'ho provato, ma per l'emozione 
mi sono svenuto su quella panchina. 

Ho solo undici anni e di certo sapete, 
non è affatto facile dire la mia, 
però non capisco com'è che insistete 
a dir che non amo stare in compagnia. 

A dirvela tutta, e sono sincero, 
quando son con gli altri sto bene davvero!
Ciò che non mi piace è quella sensazione 
di trovarmi al centro di qualche attenzione. 

Ho solo undici anni e son timidino, 
mi dicono che è perché sono un bambino
e che prima o poi non sarò più diverso,
perché quando cresci diventi estroverso. 

Vorrei proprio dire a tutta questa gente
che io non mi sento diverso per niente,
il mondo per me è già strapieno di eroi:
se avanza un applauso, prendetelo voi!

Ma se parlo in pubblico mi batte il cuore,
così scrivo e basta e vi chiedo un favore:
smettetela con tutti questi perché!
Ognuno deve essere quello che è. 


Da "L'almanacco della Filastrocca"

Commenti

  1. Risposte
    1. Ciao, benvenuto (o benvenuta?) nel blog! Grazie per aver letto la filastrocca. Sono felice che ti sia piaciuta! Vale

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  2. Bella filastrocca.
    I timidi mi son sempre piaciuti, forse perché lo sono stato anch'io, e un poco lo sono tutt'ora.
    Ma forse non sono timidi coloro che poco parlano: dicono l'essenziale.
    Perché fiumi di parole fanno tanto rumore. Quanto è bello invece ascoltare il proprio silenzio e quello degli altri.
    Roberto

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    Risposte
    1. Ciao Roberto, grazie per averla letta! I timidi sono sempre piaciuti anche a me, mi suscitano una sorta di tenerezza, mi piace quel loro camminare in punta di piedi, la sensibilità che hanno nei confronti del giudizio altrui, che a volte si trasforma in paura. Io invece sono una che parla molto: ma allo stesso tempo so apprezzare il silenzio come pochi. Ciao, Vale

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